Nel corso della loro storia gli armeni hanno avuto intensi scambi culturali con popoli di diversa estrazione etnica, linguistica e religiosa. In effetti, lo spazio geografico dell'altopiano armeno o l'area più ampia che si estende dalle pendici meridionali delle montagne del Caucaso sino all'Anatolia e alla Mesopotamia settentrionale (d'ora in poi CAM) ha rappresentato nei secoli un importante luogo di incontro. Questa area era un passaggio necessario per le potenze eurasiatiche che si espandevano verso di essa da tutte le direzioni.
Tuttavia, è stato rimosso dai principali centri del potere politico e militare, in particolare Costantinopoli, Baghdad, Il Cairo e Qaraqorum. Tra la metà del IX e la metà del XIV secolo, il CAM raramente è stato soggetto a un controllo centralizzato ed egemonico di tipo culturale, politico e religioso per periodi prolungati.
Una delle ipotesi principali che guida questo progetto è che tale policentrismo abbia favorito la fluidità, l'attraversamento dei confini, la reciproca contaminazione tra multiple e mutevoli culture e abbia generato un vocabolario condiviso di contenuti sociali e religiosi.
Benché si possa trovare articolata in testi, raffigurata su manufatti di diverso genere e coniata su monete, l’intensa circolazione di idee, di beni, di immagini e di costrutti mentali all’interno di questo territorio non è mai stata studiata sistematicamente. L'obiettivo di ArmEn è proprio quello di colmare questa lacuna e di posizionare il CAM in un più ampio dibattito accademico sugli intrecci nella storia eurasiatica e nel Medioevo globale, alla pari con altre aree che appaiono più studiate, come la Spagna medievale (Iberia), la Sicilia, l’intero Mediterraneo, l’Asia centrale o i Balcani.
Al fine di testare il quadro spaziale delle interconnessioni proposto come ipotesi del progetto, ArmEn si concentrerà sull'ampio corpo di fonti armene, che verrà esplorato mediante un approccio comparativo e connesso, per due ragioni correlate:
2) Le fonti armene riflettono sinotticamente e diacronicamente le connessioni dinamiche tra tutte queste culture, coprendo regioni per le quali non esistono altre prove. Tuttavia, devono essere messe a confronto con le evidenze arabe, siriache, greche, georgiane, turche e persiane per poter cogliere appieno i legami tra le diverse comunità etniche, linguistiche e religiose e il loro rapporto con il panorama socio-politico del CAM.
Il progetto presterà particolare attenzione alle fonti scritte attraverso generi abitualmente non impiegati nella ricerca storica: l’epica, la poesia, le apocalissi, le polemiche religiose, l’agiografia, le omelie, le leggende. Un'analisi letteraria iniziale, basata su metodologie di intertestualità, narratologia e strategie retoriche dell'altro, sarà collegata ai luoghi della loro composizione o alle aree più ampie di circolazione, ai mecenati / committenti e agli autori / narratori (quando noti). La famigerata mancanza di fonti archivistiche / documentarie sarà mitigata attingendo a storiografia, allo studio dei colophon (particolarmente ricchi nella tradizione armena), di iscrizioni, delle fonti numismatiche, di registri di pie fondazioni islamiche (waqf-s), o di testi legali e donazioni monastiche.
Ultimo aggiornamento
12.02.2021